SI E’ PARLATO ANCHE DI ACQUAPONICA AD AQUAFARM DI PORDENONE

Sono andato, in qualità di presidente di “Akuadulza”, completamente a mie spese, ad “Aquafarm” di Pordenone prima mostra convegno di aquacolrura industria e pesca sostenibili

Con il sole basso della prima mattina negli occhi il presidente ad Aquafarm di Pordenone

Ho avuto modo di seguire i temi legati all’acquaponica alla fiera Aquafarm di Pordenone seguendo le due sessioni di lavoro di giovedì 26, quella in inglese al mattino dal titolo “Il futuro e il presente dell’agricoltura” e quella del pomeriggio tenuta nella lingua di Dante: “A come AgriTeTtura = le tecnologie che uniscono agricoltura e architettura”.

Dichiaro subito quello che, in generale, non mi è piaciuto: il massiccio ricorso al rendering per accompagnare le relazioni. Certo gli interventi di agricoltura verticale, in particolare di acquaponica che aggiunge al sistema ancora due elementi di complessità (pesci e batteri), fanno di questa modalità di coltivazione qualcosa che guarda al futuro, difficile portare delle realizzazioni funzionanti ed efficaci. Ma vedere proiettate immagini (anche banali) pescate dai siti internet più indicizzati non è un grande spettacolo.

Nel corso delle relazioni, in particolare di alcune, si è fatto grande ricorso ad una retorica evocativa, ricca di suggestioni verso un’agricoltura pulita e senza scarti che offre i suoi frutti all’interno delle città che li consumano. Anche il confronto tra idorponica, aeroponica e acquaponica che è stato sviluppato in uno degli interventi del mattino, si è mantenuto su un livello molto generale, senza particolari tecnici, adatto a chi si avvicina a questi temi per la prima volta. Ricordo di aver commentato in rete con qualcuno che stavo sentendo le stesse cose, nuovamente in inglese, che avevo tradotto per il sito “Akuadulza” dal manuale della FAO.

Ho apprezzato maggiormente gli interventi del pomeriggio, in particolare quello di Roberto Tognetti di iperPIANO, centrato sul riuso creativo degli spazi urbani con alcuni degli spunti specificamente centrati sull’agricoltura urbana. Il tema è quello del riuso di spazi degradati a fini produttivi, di socializzazione o di cultura, spazi che nella visione del relatore dovrebbero uscire dall’accoppiata di abusivismo e degrado per tornare a generare valore. Quasi a testimoniare l’uscita dalla marginalità del tema è la pubblicazione dell’inserto della collana “Nova” de “Il sole 24 ore”.

Dopo Tognetti tre presentazioni molto diverse fra loro.

l’Ing Matteo Benvenuti di Vertical Farm Italia ci ha presentato una piccola cosa che però ha il pregio di essere stata realizzata: una torre acquaponica funzionante costruita attorno ad una vasca che ospita una decina di kg di pesce. Alcuni di noi di “Akuadulza”, pur non sviluppandosi verso l’alto, hanno impianti acquaponici che ospitano qualche decina di chili di pesce e sono sufficienti al fabbisogno familiare di verdure.

A seguire due grossi progetti, entrambi con una forte componente acquaponica, OpenAgri: un polo di eccellenza alle porte di Milano con l’acquaponica al centro” e “L’acquaponica nella riqualificazione delle periferie metropolitane: il progetto Acquacoltura Sostenibile Urbana” in entrambe le presentazioni, molto efficaci e professionali, troppi rendering per poterci appassionare.

Il primo i soldi per la realizzazione li ha già trovati, il secondo li sta ancora cercando. Chi scrive, non facendolo in proprio ma per conto dell’Associazione, tiene per sé le le considerazioni che vorrebbe esternare a proposito di questi progetti portati avanti (qualche volta solo formalmente presentati) da amministrazioni pubbliche generaliste e poi ceduti per la gestione “chiavi in mano” a società private “all purpose” o ad associazioni temporanee di scopo nate apposta per governare le risorse.

La cosa che ci è rimasta più impressa dell’esperienza? La gente friulana, accogliente come gli emiliano-romagnoli e laboriosa come i lombardo-veneti. A cominciare da chi ci ha ospitato per la notte, Marilena e Cesare, con i quali abbiamo amabilmente colloquiato di orti civici, emigrazioni, grande guerra e fotografia, per finire con chi ci ha riempito il palato di sapori autentici.

APPROVATO IL BILANCIO DELL’ASSOCIAZIONE “AKUADULZA”

Approvato il bilancio dell’associazione “Akuadulza”, (con una sola “U” a differenza di questo blog che na ha due) di cui sono il Presidente.

Siamo ancora orgogliosamente nelle “cifre rosse”. Il motivo di tanto orgoglio nel coltivare i conti in rosso lo potete scoprire leggendo il post.

AQUAFARM 26 E 27 GENNAIO A PORDENONE

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Si parlerà anche di acquaponica alla Fiera di Pordenone in occasione di “Aquafarm”, mostra convegno dedicata all’acquacoltura e l’industria della pesca sostenibile.

In particolare nella giornata di giovedì 26 ci saranno una serie di conferenze dedicate al “Vertical farming”, una delle quali in particolare dedicata al confronto tra Acquaponica, Idroponica e Aeroponica a cura di Baldassarre Fronte – Ricercatore universitario presso Dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Pisa  e Luca Incrocci – Coordinatore tecnico, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Università di Pisa.

Appendice 3 del manuale FAO: Lotta ai parassiti e alle malattie dei pesci

Traduzione dal Manuale “Small-scale aquaponic food production – Integrated fish and plant farming” edito dalla FAO.

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Come trattato nella sezione 7.6.3 del manuale, la malattia è il risultato di uno squilibrio tra il pesce, l’elemento causale patogeno e l’ambiente. La debolezza nell’animale e più alti livelli d’incidenza dell’elemento patogeno, in determinate condizioni ambientali maggiormente favorevoli per la causa scatenante, possono essere fattori di malattia. Corrette pratiche di gestione dei pesci che permettono di mantenere un sano sistema immunitario sono le principali attività preventive per garantire buona salute dello stock. Le malattie dei pesci devono essere riconosciute e trattate tempestivamente. Le  tabelle che seguono illustrano i sintomi e le cause di malattie comuni, e sono divise in base alla loro origine come abiotiche e biotiche (a seconda che siano o meno causate da organismi viventi), ciò al fine di sottolineare l’importanza della qualità dell’acqua e delle condizioni ambientali nell’identificazione della malattia.

DISTURBI ABIOTICI

IPOSSIA

  • Sintomi: pesci boccheggianti, che si raccolgono presso il flusso dell’acqua, comportamento depresso o anoressico (ipossia cronica), i pesci più grandi trovano la morte quando i pesci piccoli sono ancora vivi, pesci morti presentano opercoli branchiali e bocca spalancati.
  • Cause: aerazione insufficiente, interruzione dell’aerazione, sovraffollamento, flusso di acqua troppo basso, riduzione dell’ossigeno disciolto (aumento della temperatura delle acque o della concentrazione salina).
  • Rimedi: ripristinare o incrementare l’areazione, ridurre la densità di allevamento, ridurre l’alimentazione, monitorare i livelli di ammoniaca e nitriti.

STRESS TERMICO

  • Sintomi: letargia, mortalità per intolleranza al freddo (ipotermia) o intolleranza al caldo (ipertermia), attacchi fungini (ipotermia), dispnea (ipertermia)
  • Cause: carenze di riscaldamento o di isolamento (coibentazione), rottura del termostato, gestione impropria dell’impianto.
  • Rimedi: isolare (coibentare) la vasca dei pesci, aggiungere una resistenza, ricoverare il sistema in una serra nelle stagioni fredde (ipotermia). Ombreggiare le pareti della vasca dei pesci, ventilare nello ore notturne, predisporre un impianto di raffreddamento (ipertermia)

AVVELENAMENTO DA AMMONIACA

  • Sintomi: nuoto anormale, i pesci non si alimentano, le branchie si presentano più scure, o più grandi (iperplasia, per la tossicità cronica), rossore intorno agli occhi e alle pinne.
  • Cause: biofiltro insufficiente (per varie cause, anche per trattamenti antibiotici o antisettici somministrati ai pesci), lavaggio recente di media e biofiltri, sovraffollamento nella vasca dei pesci, eccessiva somministrazione di mangime, eccessivo carico di proteine nei mangimi, riduzione del flusso dell’acqua, riduzione del livello di ossigeno nell’acqua, calo della temperatura che ha inibito i batteri nitrificanti.
  • Rimedi: ricambio immediato dell’acqua (20-50%), l’aggiunta di zeolite (rimedio rapido, ma di scarsa efficacia con elevati livelli di salinità), la riduzione del pH con tampone acido, aggiunta di batteri, aggiunta di media nel biofiltro, migliorare ossigenazione, regolazione della temperatura a livelli ottimali, interrompere l’alimentazione.

AVVELENAMENTO DA NITRITI

  • Sintomi: difficoltà nella respirazione, branchie più scure, sangue bruno, nuoto anormale in prossimità della superficie dell’acqua, letargia, rossore intorno agli occhi e alle pinne.
  • Cause: biofiltro insufficiente (per varie cause, anche per trattamenti antibiotici o antisettici somministrati ai pesci), lavaggio recente di media e biofiltri, sovraffollamento nella vasca dei pesci, eccessiva somministrazione di mangime, eccessivo carico di proteine nei mangimi, riduzione del flusso dell’acqua, riduzione del livello di ossigeno nell’acqua, calo della temperatura.
  • Rimedi: ricambio immediato dell’acqua (20-50%), aggiunta di batteri, aggiunta di media nei biofiltri, riduzione della densità dei pesci, interruzione dell’alimentazione, aggiungere sale, migliorare l’ossigenazione, regolare la temperatura a livelli ottimali, evitare di disturbare i pesci in quanto si può provocare mortalità acuta.

ACIDO SOLFIDRICO

  • Sintomi: caratteristico odore di uova marce, colorazione delle branchie viola- porpora, insolito comportamento dei pesci durante il nuoto.
  • Cause: accumulo di rifiuti solidi in condizioni anaerobiche, la mancanza di una adeguata aerazione, aumento della temperatura.
  • Rimedi: rimozione dell’accumulo di rifiuti organici in condizioni anaerobiche, allontanamento temporaneo del pesce dalle vasche finché la causa è stata rimossa, aumento ossigeno disciolto in acqua, aumento del pH, abbassamento della temperatura

pH

  • Sintomi: pH basso: causa la morte con tremore e iperattività, difficoltà di respirazione, aumento produzione di muco. pH elevato: opacità di pelle e branchie, danni alla cornea (non comuni).
  • Cause: pH basso: processo di nitrificazione che si verifica in acqua con un ridotto effetto tampone, aggiunta accidentale di acido. PH elevato: effetto tampone eccessivo, acqua troppo alcalina/dur. Troppo carbonato nei media o nel biofiltro o lisciviazione del carbonato da vasche di cemento.
  • Rimedi: cambio (parziale) dell’acqua, aggiunta di sostanza tampone basica o acida per aggiustare il pH. In caso di basso pH rettificare con sostanze basiche solo se il livello di ammoniaca è molto basso (rischio di danni dovuti ad ammoniaca se il pH è elevato), in caso di pH elevato aggiungere acqua distillata / acqua piovana.

SALINITA’ NON ADEGUATA

  • Sintomi: lesioni della pelle, depressione.
  • Cause: in caso di salinità superiore al livello di tolleranza di pesce sostituire la provvista di acqua con altre a più bassa salinità, errore di calcolo di oltre sale (specie salina), la perdita per evaporazione che porta il sale a concentrazioni superiori nell’acqua residua
  • Rimedi: aggiungere acqua deionizzata o acqua piovana per ridurre la salinità, aggiungere il sale per aumentare la salinità. L’aggiunta di sale non dovrebbe superare 1 mg / litro incremento all’ora.

SOVRASATURAZIONE DI GAS (Malattia delle bolle di gas)

  • Sintomi: pesci che galleggiano in superficie, esoftalmo (occhi estroflessi) a causa di emboli di gas, presenza di emboli nel sangue e in tutti gli organi, tra i quali occhi, pelle e branchie.
  • Cause: rapido aumento della temperatura o rapida diminuzione della pressione dell’acqua che riduce la solubilità del gas, utilizzo di acque sotterranee senza degasazione, ossigenazione dell’acqua in eccesso.
  • Rimedi: ridurre il gas in eccesso, evitare stress ai pesci durante il recupero.

DEFICIENZE ALIMENTARI

  • Sintomi: scarsa crescita, depressione, mortalità, anomalie nello scheletro, lesioni oculari, anemia.
  • Cause: cibo privo di elementi essenziali, stoccaggio improprio del pellet, monotonia nell’alimentazione, razioni troppo scarse, accumulo eccessivo di grasso.
  • Rimedi: assecondare le esigenze alimentare del tipo di pesce allevato, variare la dieta, somministrare un pellet specifico per i pesci, somministrare vitamine e minerali, garantire un apporto proteico e di grassi equlibrato, diminuire il grasso (in caso di accumulo).

MALATTIE DI ORIGINE BATTERICA

MALATTIA COLONNARE

  • Sintomi: arrossamento e erosione della pelle, comparsa di ulcere superficiali e necrosi, necrosi di branchie, rilascio di muco giallastro dalle lesioni.
  • Cause: l’agente patogeno principale è il batterio Columnaris Flexibacter. Sono concause lo stress acuto, l’aumento della temperatura, il basso livello di ossigeno, e la presenza di nitriti. Sopra 15 ° C aumenta la patogenicità.
  • Rimedi: immersione prolungata del pesce in una soluzione contenente permanganato di potassio, con l’aumento dell’appetito somministrare mangimi medicati. Immersione in solfato di rame. Il trattamento antibiotico (oxytetracicline,

nifurpirinol), in vasche separate. Rimuovere i fattori di concausa della malattia.

IDROPISIA

  • Sintomi: infezione degli organi interni con conseguente accumulo di fluidi nel corpo. I pesci appaiono gonfi.
  • Cause: vari batteri, anche se può essere causata da parassiti o virus. Sono concause anche l’indebolimento dei pesci e standard di qualità dell’acqua insufficienti.
  • Rimedi: trattamento dei pesce con antibiotici che contengono cloramfenicolo, tetracicline in un serbatoio separato. Eliminazione dell’acqua poco idonea all’allevamento e di altre eventuali cause ambientali.

CORROSIONE DELLE PINNE

  • Sintomi: pinne danneggiate con raggi esposti, erosione, perdita di colore, ulcerazione e sanguinamento. Setticemia interna.
  • Cause: infezione batterica causata da agenti diversi ma il più ricorrente è il Pseudomonas. Acqua di cattiva qualità, aggressività di altri pesci.
  • Rimedi: identificare la/le causa/e. Trattare il pesce in una vasca separata fornendo mangimi medicati con antibiotici (cloramfenicolo o tetraciclina) o sciogliere l’antibiotico direttamente in acqua. Tenere separati i pesci fino al completo recupero.

INFEZIONI DA STREPTOCOCCO

  • Sintomi: emorragie acute sul corpo, occhi estroflessi. Presenza di liquido sanguigno nella cavità peritoneale.
  • Cause: batterio streptococco
  • Rimedi: trattamento con antibiotici (eritromicina, ossitetraciclina, ampicillina).

TUBERCOLOSI

  • Sintomi: deperimento, letargia, mancanza di appetito, pancia vuota. La pelle presenta ulcere, perdita di scaglie ed erosione delle pinne. Apparizione di tubercoli gialli o scuri sul corpo. Presenza di noduli bianchi 1-4 mm negli gli organi interni in particolare sui reni e la milza.
  • Cause: i batteri responsabili sono i Micobatteri ma il sovraffollamento, scarsa qualità dell’acqua e specie di pesci sensibili sono cause aggravanti. L’ingestione è la modalità di trasmissione più comune. I batteri possono sopravvivere nella forma incistata per due anni nell’ambiente.
  • Rimedi: Trattamento prolungato con eritromicina, streptomicina e kanamicina e vitamina B-6 o eliminazione dei pesci. Prestare la massima attenzione durante la manipolazione perchè la malattia può essere trasmessa all’uomo.

VIBRIOSI

  • Sintomi: pelle emorragica con macchie e arrossamento nella parte laterale e ventrale del pesce, gonfiore, lesioni che evolvono in ulcere con pus. Infezione sistemica in reni e milza, lesioni oculari, ulcerazioni, occhi estroflessi con pericolo di perdita d’organo. Inoltre anoressia e depressione.
  • Cause: vari tipi di batteri Vibrio, più comune nei pesci d’acqua salmastra e pesci tropicali. Aumenta l’incidenza con temperature più elevate. Sono fattori concorrenti lo stress, l’affollamento, l’inquinamento organico. Nei salmonidi focolai di Vibrio anguillarum appaiono a temperature inferiori a 5 ° C.
  • Rimedi: trattamento tempestivo con antibiotici (oxytetracicline, sulfamidici) in relazione al corso molto veloce della malattia. La riduzione di stress è fondamentale per il controllo a lungo termine della malattia. Attenzione durante la manipolazione perché la malattia può essere trasmessa alle persone.

MALATTIE CAUSATE DA FUNGHI

SAPROLEGNIA

  • Sintomi: bianca, marrone o rossa è un’infiorescenza cotonosa che compare sulla superficie del pesce e si espande progressivamente. Le lesioni oculari offuscano la vista, causano la cecità e la perdita dell’organo.
  • Cause: le spore di Saprolegnia si comportano spesso come un agente opportunista che segue altre infezioni o approfitta della debolezza complessiva del pesce. Sono concause lo stress acuto, il calo della temperatura, lo stress da trasporto.
  • Rimedi: bagno di sale prolungato o bagno di formalina, trattamento delle uova con perossido di idrogeno o immersione prolungata in blu di metilene. Le lesioni possono essere trattate con un panno imbevuto di iodopovidone o mercurocromo.

MALATTIE CAUSATE DA PROTOZOI

COCCIDIOSI

  • Sintomi: infezione intestinale e enterite, necrosi epiteliale. Le lesioni agli organi interni come fegato, milza, organi riproduttivi e vescica natatoria.
  • Cause: Coccidi appartenenti a diverse famiglie.
  • Rimedi: uso di monensin coccidiostatico, sulfamidimine (1 ml in 32 litri di acqua; ripetuta settimanalmente) o amprolium.

HEXAMITIASIS

  • Sintomi: presenza di parassiti nell’intestino e della cistifellea o di altri organi nei casi più avanzati. Presenza di distensione addominale, escrementi con mucose bianche, seguiti da disturbi comportamentali come nascondersi negli angoli con la testa verso il basso e / o il nuoto all’indietro, progressiva riduzione del volume della testa sopra gli occhi e scurimento del corpo.
  • Cause: Hexamita e Spironucleus protozoi flagellati che si fissano nel tratto intestinale. Colpisce animali debilitati e stressati
  • Rimedi: uso di metronidazolo sia nel mangime (1%) e acqua (12 mg / litro). Aggiunta di solfato di magnesio come purificante. Aumento della temperatura e miglioramento delle condizioni ambientali.

MANCHA BLANCA, ICH  O WHITE SPOT

  • Sintomi: piccole cisti bianche (fino a 1 mm) che coprono il corpo del pesce somigliando a granelli sale, pelle mucosa, erosioni cutanee. Disturbi comportamentali come letargia, perdita di appetito sfregamento del corpo contro le pareti della vasca nel tentativo di rimuovere il parassita.
  • Cause: Ichthyophthirius multifiliis
  • Rimedi: Trattamento con bagno di sale o bagno di formalina ogni settimana fino alla guarigione. Mantenere l’acqua a una temperatura superiore ai 30 °C per 10 giorni. Aumentare la temperatura da 21-26 °C riduce il ciclo del parassita da 28 a 5 giorni rendendo il periodo di trattamento in bagno curativo più breve.

TRICHODINA

  • Sintomi: piccole cisti bianche (fino a 1 mm) che coprono il corpo del pesce somigliando a granelli sale, pelle mucosa, erosioni cutanee. Disturbi comportamentali come letargia, perdita di appetito sfregamento del il corpo contro le pareti della vasca nel tentativo di rimuovere il parassita.
  • Cause: Ichthyophthirius multifiliis
  • Rimedi: formalina e bagno permanganato di potassio. Sale o acido acetico, immersione in bagno acido (solo protozoi acqua dolce).

VELVET DUST O MALATTIA DEL VELLUTO

  • Sintomi: polvere marrone copre il corpo e/o le pinne. Difficoltà respiratoria con rapidi movimenti delle branchie per la presenza di parassiti, occhi annebbiati. Formazione di cisti che liberano parassiti infettivi.
  • Cause: Piscinoodinium un parassita della pelle flagellato che si salda all’ospite.
  • Rimedi: la malattia è altamente contagiosa e fatale. Aumentare la temperatura a 24-27 ° C accelera il ciclo dei trattamenti. Lasciare il sistema senza pesci per due settimane per rimuovere il protozoo. In caso di grave infestazione un bagno con 3,5% di sale per 1-3 minuti è efficace per rimuovere i trofozoiti. In alternativa, trattamento con solfato di rame a 0,2 mg / litro in una vasca separata, ripetutamente se necessario. Il rame può bioaccumularsi e causare tossicità.

MALATTIE PARASSITARIE

VERMI AD ANCORA, PIDOCCHI

  • Sintomi: presenza di parassiti sulla pelle, le branchie, e la bocca. Abrasioni e ulcerazioni, macchie rosse sulla pelle che possono ingrandirsi fino a 5 mm.
  • Cause: crostacei di varia origine introdotti dall’ambiente esterno.
  • Rimedi: identificabili con lente di ingrandimento, trattamento prolungato in sale (specie d’acqua dolce). Anche perossido di idrogeno, formalina e ivermectina sono rimedi per i pidocchi.

FASCICOLE

  • Sintomi: raschiamenti sulle pareti della vasca, rilascio di muco dalle branchie, movimenti veloci delle branchie, branchie e pinne danneggiate. Pallore, respirazione rapida e abbassamenti delle pinne
  • Cause: vermi piatti lunghi circa 1 mm che infestano le branchie e la pelle. Rilevabili con lente di ingrandimento.
  • Rimedi: trattamento di 10 a 30 minuti in bagno di 10 mg per litro di permanganato di potassio in una vasca separata, bagno di sale. Bagno in soluzione di rame o formalina in vasca separata.

SANGUISUGHE

  • Sintomi: presenza di parassiti sulla pelle che creano piccole lesioni rosse o bianche. Infestazioni pesanti sono causa di anemia.
  • Cause: parassiti esterni principalmente introdotti dall’esterno.
  • Rimedi: evitare l’introduzione di piante o animali dall’esterno senza quarantena, bagno in soluzione salina, uso di organofosfati

NEMATODI

  • Sintomi: progressiva perdita di peso, letargia, pance vuote e l’accumulo di parassiti attorno all’ano. La colonizzazione di visceri con vermi della lunghezza di 0,6-7,0 mm nell’intestino.
  • Cause: parassiti esterni, introdotti dall’esterno.

Rimedi: l’infestazione dei vermi riguarda tutto il corpo, ma sono visibili quando si concentrano presso l’ano. L’infestazione si verifica con l’introduzione di pesci selvatici nelle vasche di allevamento.

APPENDICE 6 DEL MANUALE FAO: Alcune considerazioni chiave prima di allestire un impianto acquaponico

Ci sono molti impianti  acquaponici commerciali pienamente funzionanti e su piccola scala in giro per il mondo. Sistemi acquaponici possono essere sviluppati non solo nelle regioni tropicali e subtropicali, dove le condizioni climatiche favorevoli consentono la produzione per tutto l’anno, ma anche in aree più fredde del mondo in cui la stagione invernale può durare fino a sei mesi. La domanda che deve porsi chi realizza un sistema acquaponico in un luogo specifico deve tenere in considerazione, per la valutazione di un suo possibile successo, di fattori  economici, ambientali, condizioni logistiche, gestionali e sociali.
Molti fattori devono essere considerati prima di imbarcarsi in un progetto di coltura acquaponica, ad esempio se ci si rivolge ad un mercato ampio o ad una produzione locale. Molte start-up
acquaponiche hanno fallito perché la decisione di creare una impresa commerciale richiede una significativa attività di ricerca, un business plan e un’analisi dei rischi. Tali aspetti esulano lo scopo di questa appendice, tuttavia discuteremo in seguito alcuni dei fattori chiave e requisiti per la conduzione di impianti acquaponici di qualsiasi  dimensione.

Fattori economici
Uno dei fattori principali che determinano il possibile successo di un impianto acquaponico è la sua competitività nei confronti degli altri i metodi di produzione. La combinazione della produzione di pesci e piante raddoppia i rischi di investimento e, se si vuole avere successo e reddito, è necessario massimizzare sia la produzione dei vegetali che quella dei pesci e i ricavi che da queste due produzioni derivano.
Ciò implica un approfondita analisi sui potenziali mercati, passo essenziale verso lo sviluppo di un business plan, si dovrebbe prendere in considerazione realisticamente tutti i possibili prodotti, individuare i margini di profitto e  identificare i clienti chiave. Un errore comune è quello di chiedersi: “Cosa posso produrre?” Al posto delle domande più importanti come: “Cosa posso vendere?”, “A chi sto andando a vendere? ” e solo allora ” Come faccio a produrlo? ”
Un’a
nalisi di mercato dovrebbe identificare i prodotti più redditizi ed individuare i principali costi di gestione. Ciò implica che la scelta specifica di un pesce può essere significativamente diversa dalla specie generalmente utilizzata negli impianti acquaponici, principalmente in relazione alla domanda che proviene
dal mercato e dai costi di produzione.
Nel processo decisionale, ci sono differenze sostanziali tra una produzione orientata all’autoconsumo e una orientata al mercato. Mentre nel primo caso si può per lo più contare su prezzi al dettaglio per valutare i margini di convenienza, le iniziative su scala commerciale devono confrontarsi con i prezzi all’ingrosso, in particolare nel caso di impianti su larga scala. Tuttavia, i sistemi di piccole dimensioni non possono beneficiare di economie di scala (ad esempio una piccola serra ha un costo elevato per metro quadrato rispetto a una più grande), gli agricoltori non commerciali si trovano pertanto ad affrontare costi di produzione più elevati.
Gli impianti acquaponici possono, in una certa misura, essere riconosciuti come una produzione “biologica” negli USA, ciò non è altrettanto vero in Europa, dove il termine “biologico” si applica ancora solo alla produzione ancorata al terreno. Nei mercati occidentali la produzione “biologica” può beneficiare di un favore derivante da un più marcato orientamento ecologico dei consumatori e favorire maggiori ricavi, tuttavia questo potrebbe non essere altrettanto possibile nei paesi in via di sviluppo, dove le scelte dei clienti sono ancora prevalentemente orientate dal prezzo. Dal punto di vista di marketing, un vantaggio potrebbe venire da un’etichettatura che metta in evidenza l’impronta ecologica, giacché quello acquaponico sembrerebbe essere un sistema migliore rispetto all’acquacoltura in termini di conservazione dell’acqua e di una soluzione di non inquinante in grado di supportare l’agricoltura con un consistente risparmio di fertilizzanti e prodotti chimici. Tuttavia molto
deve ancora essere fatto su questo terreno nella direzione di una produzione con un bilancio energetico in pareggio.
Uno dei limiti che impedisce ancora agli impianti acquaponici di espandersi in tutto il mondo è che i suoi costi di investimento sono quasi il doppio di quelli dell’agricoltura idroponica standard. Questa convinzione è in parte derivata dall’idea errata che un impianto acquaponico sia un semplice sistema di produzione piuttosto un sistema di
acquacoltura in ricircolo (RAS) che supporta anche l’agricoltura. Se confrontato con un sistema  standard di ricircolo (RAS), un impianto acquaponico rivela consistenti vantaggi in termini di costi di capitale e operativi nonché per il grado di semplicità del sistema stesso. Grande successo potrebbe essere raggiunto se si realizzassero disegni di impianti tali da consentire agl impianti acquaponici di avvicinare i costi di investimento di un sistema idroponico. Per far ciò sarebbe richiesto un maggior sforzo nello sviluppo di una progettazione di sistemi più semplificati.
La possibilità di attivare sistemi acquaponici in climi sfavorevoli dipende dal livello degli investimenti necessari per la costruzione di serre e l’esecuzione di
sistemi di climatizzazione avanzata per mantenere la temperatura dell’acqua e dell’aria ottimali, così come umidità e ventilazione.
Ciò aumenterebbe i costi iniziali e di funzionamento ma, almeno a questo livello, i costi di investimento per le serre  non sarebbero significativamente differenti da quelli per idroponica.

Il clima è un altro fattore importante, poiché da questo dipende un costo aggiuntivo per ogni impianto per mantenere le condizioni ambientali ideali per la produzione alimentare acquaponica. In generale, regioni in cui le temperature medie dell’aria giornaliere durante tutto l’anno sono 20-30 ° C sono l’ideale per pesci tropicali, come la tilapia e le piante che richiedono elevata disponibilità di calore. Quindi, le scelte di coltivazione e dei pesci influenzano significativamente i costi se è necessario un controllo climatico  per corrispondere alle condizioni ideali di crescita e allevamento. Inoltre, le regioni in cui temperature medie giornaliere dell’aria sono favorevoli, ma fluttuano ampiamente durante il giorno e notte (cioè altopiani e le regioni montagnose), sono particolarmente problematiche per produzione ittica, ciò perché grandi escursioni termiche provocano stress per gli animali.
L’attenzione deve essere prestata anche alle stagioni. Stagioni invernali f
redde costringeranno gli agricoltori acquaponici ad investire in impianti di riscaldamento  o a fermare la produzione completamente per alcuni mesi. È quindi importante studiare la produzione messa a punto con cura e possibilmente trovare specie alternative che evitino periodi improduttive dell’anno.
Una prolungata stagione delle piogge costringe gli agricoltori acquaponici a proteggere i loro impianti con con robuste tettoie o serre giacché grandi volumi di pioggia danneggiano le colture, fanno tracimare le vasche e diluiscono eccessivamente i nutrienti in acqua. Tuttavia, se da un lato questa necessità richiede investimenti aggiuntivi, dall’altro può essere redditizia in zone in cui l’agricoltura tradizionale è fortemente limitata a causa di inondazioni. La stessa cosa dicasi per il vento,  giacché un ambiente protetto potrebbe portare rendimenti più elevati e una migliore qualità dei prodotti vegetali. La stagione estiva può essere causa del surriscaldamento dell’acqua. Anche se i metodi per mantenere le temperature relativamente bassa durante i periodi caldi sono abbastanza semplici e possono essere previsti da una corretta progettazione dei sistemi, è possibile che le temperature dell’acqua salgano a livelli subottimali durante i periodi estremamente caldi, se non sono stati utilizzati sistemi di raffreddamento ad acqua. Questo potrebbe limitare gli agricoltori nella selezione e crescita dei vegetali, anche se ciò non può influenzare i pesci tropicali o batteri nitrificanti.

Fattori logistici e gestionali
L
a produzione di pesce è una componente importante delle attività acquaponiche. E’
fondamentale per gli agricoltori disporre di un facile accesso all’approvvigionamento di animali acquatici, così come la possibilità di acquisire competenze nell’allevamento del pesce e la conoscenza del pesce consumato localmente. L’espansione degli impianti acquaponici è quindi limitata nelle regioni in cui non ci sono avanotterie e servizi per l’acquacoltura,  a meno che non si allevino riproduttori, e si producano in proprio avannotti e mangime per il pesce; di tutto ciò bisogna tenerne conto nel del business plan acquaponico. Se così fosse però, l’investimento apparirebbe più rischioso, in quanto implica periodi più lunghi per rendere la fattoria pienamente operativa, la necessità di dedicare più tempo per il trasferimento di conoscenze e un’attenta analisi del potenziale locale e dei mercati regionali dove a vendere la produzione.
In qualsiasi luogo si intenda realizzare un impianto acquaponico, l’accesso all’elettricità e ad acqua adeguata è essenziale. In particolar modo per l’energia elettrica, l’accesso alla rete deve essere  costante e affidabile, fondamentale per garantire il funzionamento continuo delle pompe. La mancanza di questa risorsa sarebbe severamente limitante per lo sviluppo di un impianto acquaponico a meno di i sistemi a bassa densità progettati per resistere interruzioni di energia di diverse ore senza che venga messa a rischio la sopravvivenza dei pesci. Gli impianti acquaponici, soprattutto se sono destinati a scopi commerciali, devono poter contare su sistemi di backup e generatori, che aumentano i costi di installazione.

La produzione del pesce è uno degli aspetti più complicati di un’attività acquaponica (in particolare per gli agricoltori non pratici di acquacoltura), e richiede cura e una gestione quotidiana  per evitare perdite significative nel caso si verificasse un guasto del sistema.
Ci deve essere anche un mercato per i componenti del sistema acquaponico così come degli strumenti di monitoraggio (kit per l’acqua di prova, pH-metri, contatori CE). Un fattore determinante per il successo di qualsiasi impianto acquaponico  è l’uso di materiali disponibili localmente e l’adattamento ai
contesti e alle risorse locali. In caso contrario, sarebbe difficile sviluppare qualsiasi metodo alternativo di produrre alimenti.
La
capacità educativa è un altro fattore chiave nella scelta di realizzare impianti in specifiche regioni o paesi. L’acquaponica è un metodo relativamente sofisticato di
produzione di cibo rispetto agli approcci tradizionali basati sul suolo. Il metodo richiede un elevato livello di comprensione di questo ecosistema integrato, nonché i principali fattori che lo influenzano (acqua, ambiente, nutrizione, ecc). Richiede anche conoscenze specifiche di acquacoltura e di orticoltura che devono essere trasferite e adattate ai contesti locali. La grande sfida che la coltivazione acquaponica deve vincere per diventare un’opzione sostenibile tra i contadini analfabeti o semi-analfabeti e gli utenti finali è quella di ridurre i suoi livelli di complessità adattando la tecnologia alle risorse locali, le esigenze e le culture. Adattamento e contestualizzare che è più semplice laddove pesce e vegetali che hanno costituito la base delle pratiche agricole per migliaia di anni. Ciò implicherebbe una migliore conoscenza tra gli operatori su come progettare sistemi in cui ogni singolo componente o materiale potrebbe ridurre al minimo gli aspetti gestionali.
Laddove invece la produzione alimentare acquaponica è praticamente inesistente all’interno di una specifica regione, è utile per collaborare con le università locali o istituti di divulgazione agricola al fine di sviluppare le conoscenze sulle migliori pratiche e su come sviluppare sistemi acquaponici in un modo molto semplice ed efficace.

Condizioni sociali
Volgendo l’attenzione o
ltre all’adozione di sistemi di produzione di pesce e di vegetali come metodo di produzione alimentare competitiva, l’acquaponica non ha ancora acquisito una prospettiva ben definita. Mentre il metodo di produzione acquaponico è ampiamente accettato come metodo di produzione biologico nel Nord America, lo stesso non è in Europa e ciò riduce il suo potenziale per ottenere prezzi più elevati.
Tra i consumatori e ricercatori, ci sono anche alcune preoccupazioni che nei sistemi acquaponici l’acqua sia un vettore di batteri per possibili contaminazioni dovute ai rifiuti fecali di pesce. Anche se diversi paesi utilizzano diversi regolamenti in materia di sicurezza in acqua, lo sviluppo coltivazioni acquaponiche possono essere limitate in quei paesi in cui il limite per i batteri è più rigoroso. Ciò richiederebbe un aumento degli sforzi per conformarsi alle norme locali (ad esempio utilizzando la tecnologia di sterilizzazione), anche se le acque reflue dell’acquacoltura acquacoltura sono più sicure rispetto adaltre fonti d’acqua.
D’altra parte, l’acquaponica è in grado di assicurare l’opportunità di produrre alimenti più sicuri perché non usa sostanze chimiche. Nel caso dell’acquacoltura, questo può essere un elemento con elevato valore aggiunto che può aumentare l’interesse in questo sistema di produzione. Recenti preoccupazioni per l’uso dei pesticidi in agricoltura hanno portato molti consumatori dei paesi sviluppati verso l’acquisto di prodotti più sicuri. Questi modelli di consumo devono essere accuratamente monitorati nel processo decisionale che porta a decidere della fattibilità di un impianto acquaponico in una determinata area.
Sintesi dei requisiti essenziali impianti acquaponici di dimensioni diverse
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