Il salmone acquaponico è meglio … e pare proprio che renda — AKUADUULZA

E’ notizia recente che in negli USA la società Superior Fresh, che gestisce uno dei più grandi impianti acquaponici al mondo, aumenterà entro 24 mesi la sua produzione di salmone acquaponico in Wisconsin portandola dalle attuali 62 tonnellate all’anno a 680 tonnellate all’anno, producendo 20 mila cespi di lattuga al giorno! Tutte le notizie di […]

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Il salmone acquaponico è meglio … e pare proprio che renda

E’ notizia recente che in negli USA la società Superior Fresh, che gestisce uno dei più grandi impianti acquaponici al mondo, aumenterà entro 24 mesi la sua produzione di salmone acquaponico in Wisconsin portandola dalle attuali 62 tonnellate all’anno a 680 tonnellate all’anno, producendo 20 mila cespi di lattuga al giorno!

Tutte le notizie di questo tipo sono una medaglia a due facce: da un lato meno salmone selvaggio pescato oppure meno salmone allevato allo stato semi brado in reti di contenimento che non impediscono la dispersioni degli antibiotici negli estuari dei fiumi o nelle insenature usate per posizionare gli allevamenti, per non parlare delle infestazioni dei pidocchi del salmone che finiscono per colpire altre specie.

Dall’altra allevamenti così intensivi non finiranno per trasferire una parte degli inquinanti usati nel circuito di acquacoltura alle verdure? E’ legittimo chiederselo, tanto più che in Canada uno standard di sicurezza alimentare riconosciuto a livello internazionale e un sistema di certificazione per i fornitori di prodotti freschi ha dichiarato che sono emerse nuove informazioni relative ai potenziali rischi chimici (ad esempio gli antibiotici) associati alla produzione acquaponica.

Guerra commerciale (il Wisconsin è uno stato americano al confine con il Canada e i canadesi sono grandi consumatori di salmone) o vero rischio per la salute?

A noi acquaponisti del Bel Paese rimangono due certezze: il salmone in acquaponica non lo possiamo allevare (possiamo però “ripiegare” sulla trota nel periodo settembre-giugno) perché non abbiamo lo stesso clima temperato freddo continentale del Wisconsin (a meno di non voler climatizzare l’acqua) e non avremo problemi di antibiotici fino a quando non spingeremo la produzione di pesce ad una densità tale da dovervi fare uso.

Altri post sul salmone e acquaponica li trovate qui:

La grande bellezza …

Amo definire la mia acquaponica “eretica” perché fin dall’inizio ho unito l’aspetto estetico a quello produttivo. I primi “esperimenti” che risalgono al 2013 li ho descritti in questo post. Nel 2016 l’incontro con la prima ninfea, portata dall’Olanda da mia figlia.

Anche ora continuo sulla stessa “lunghezza d’onda”, vi presento un’altra varietà di ninfea, regalatami dall’amico Matteo

e una gardenia ricavata da talea

 

 

Acquaponica e Ambiente

C’è Stefano “detto “Lucertola” per la sua grande capacità di infilarsi in mezzo alle difese avversarie quando, anni fa, giocavamo insieme a basket; c’è la sua passione e quella di Paolo nell’allevamento e reintroduzione del gambero di fiume autoctono “Austropotemobius pallipes italicus”.

Ci sono Stefano e Paolo ma c’è anche un pochino di acquaponica dietro questo successo perché Stefano usa il crescione e altre erbe alimentati (che poi usa nel suo ristorante) per depurare l’acqua delle vasche di allevamento. Non si tratta di un’acquaponica in senso stretto, i gamberi di fume hanno bisogno di un’acqua molto fredda per vivere e riprodursi, che non è adatta ad un sistema acquaponico “tradizionale”.

Sicuramente c’è Stefano dietro il successo della mia acquaponica, perché è lui il mio fornitore ufficiale di trote marmorate che immetto nelle vasche a settembre e tolgo a giugno per compensare la riduzione di attività dei pesci di acqua calda.

Ma ora leggetevi con tranquillità l’articolo pubblicato sul quotidiano “La Stampa” se volete approfondire la notizia