TUTTO TORNA (E RITORNA): il progetto AWARE (Aquaponics from Wastewater Reclamation)

Quando nel 2014 è nata la nostra associazione abbiamo avuto l’onore di avere come presidente onorario il Prof. Ettore Grimaldi, ormai da qualche tempo in pensione ma in passato aveva insegnato Idrobiologia e Pescicoltura alla Università di Milano, ed è stato Direttore dell’Istituto Italiano di Idrobiologia del C.N.R. di Pallanza. Aveva svolto ricerche sulla fauna ittica lacustre, concretizzate e testimoniate da oltre un centinaio di articoli scientifici pubblicati su autorevoli riviste nazionali e internazionali.

Ricordo ancora quello che Ettore mi disse incoraggiandomi nella mia recente passione “Il pesce è l’unico animale che non trasmette malattie agli uomini” (problematiche legate all’Anisakis che si conosce come gestire) e mi racconta di suoi studi in Sud America sull’allevamento del pesce in acque reflue urbane.

Ci sono voluti anni e ripetute crisi idriche ma ora si sta pensando da allevare il pesce anche con il riutilizzo in Europa, le acque reflue municipali soggette ad un trattamento rigoroso in base al quale diventano acque reclamate, che possono essere legalmente rilasciate nell’ambiente o utilizzate per irrigare.

Di questo si occupa il progetto AWARE che ha un obbiettivo ambizioso: costruirà la prima fattoria acquaponica in Europa che utilizzi acque reclamate. Il pilota è in costruzione nel comune di Castellana Grotte (Puglia) ed aprirà le porte al pubblico nel 2026.

GEA FARM: un interprete “Jazz” per l’acquaponica

Oggi, sempre con il “muletto” (ma Oscar ha promesso di passare a vedere perché non riesco a caricare post nel sito ufficiale di “Akuadulza”), parleremo di GEA FARM un collettivo di giovani che ha deciso di dare una lettura un po’ speciale dell’acquaponica.

Si tratta di una versione che amplifica la dimensione sociale della tecnica di coltura, arricchendola con progetti didattici, un’acquaponica “povera” di tecnologie ma nella quale lo stile “Jazz” è dato dalla passione di chi la suona.

Dopo un grande lavoro di preparazione, fatto di fatica ed entusiasmo

il collettivo è recentemente venuto “allo scoperto” partecipando ad alcune manifestazioni, il 28-29 Settembre sono stati in piazza Vittorio a Torino  in occasione della 14° festa dei cuochi e delle cuoche

mentre oggi sono qui:
se siete dalle parti di Torino andate a trovarli a “Portici di Carta” al Giardino Sambuy, Piazza Carlo Felice. Se invece non siete di quelle parti potete sempre incontrarli sul loro sito: https://www.geafarm.it/

L’IMPORTANZA DEL LOMBRICO IN ACQUAPONICA

Che l’’humus di lombrico sia uno dei migliori concimi di natura biologica è ormai assodato, ma in tutte le pubblicazioni scientifiche che riguardano l’acquaponica è universalmente riconosciuto che i lombrichi sono di grande utilità anche per questo metodo di coltura. Se ne parla nel Manuale della FAO che abbiamo tradotto in italiano (qui ad esempio).

I lombrichi aiutano a degradare pezzetti di radice, avanzi di mangime, alghe e ogni altra sostanza organica che, anche trasportata dal vento, viene a trovarsi nel growbed elaborando il risultato della loro decomposizione e fornendo la coltura di quei microelementi indispensabili per la crescita delle piante.

Nelle immagini che seguono potete osservare i lombrichi californiani, che sono stati appositamente aggiunti al media bed, al lavoro nel punto in cui affluisce l’acqua dai fish tank. Nel caso specifico i residui di alghe, avanzi di pellet e residui di feci vengono subito aggrediti ed elaborati. Saltuariamente i lombrichi, quando si affollano in alcuni punti come nel caso della foto, vengono raccolti insieme al loro pasto e spostati in concimaia dove possono continuare a dare il loro contributo, questa volta all’orto tradizionale.

Un altro modo per utilizzare il lavoro dei lombrichi in acquaponica è attraverso il tè di compost, rimando i lettori al link sopra evidenziato per un approfondimento. Qui ci limitiamo ad alcune immagine che ritraggono giovani lombrichi californiani, che ormai si riproducono direttamente nel media bed, “al lavoro”.

Inutile dire che i lombrichi sono anche un ottimo alimento per i pesci che spesso si raccolgono nel punto in cui l’acqua defluisce nel fish tank o nel laghetto sperando in qualche lieta sorpresa trasportata dal flusso!

NUOVO STATUTO E AUGURI DI BUON FERRAGOSTO

Buongiorno a tutti i soci e i simpatizzanti dell’associazione “Akuadulza” oggi ho un po’ di tempo disponibile quindi inizio a dirvi che abbiamo approvato le modifiche statutarie che ci allineano con il Codice del Terzo Settore.

Per quanto riguarda specificamente il nostro sodalizio si tratta di modifiche marginali che non incidono sulla “mission” e sulla “vision”  (come dicono quelli che la sanno lunga) dell’associazione. Appena riusciremo sostituiremo il vecchio statuto dalla pagina specifica del sito (non sono capace da solo, dovrò chiedere aiuto ad Oscar -sic!-) Intanto inizio ad allegarlo a questo post così chi vuole può confrontare i due testi. NUOVO STATUTO CTS

Colgo l’occasione per formulare a nome mio e del Consiglio Direttivo dell’Associazione i migliori auguri di buon ferragosto, riposatevi perché se è pur vero che “Chi dorme non piglia pesci” la troppa attività attorno all’acquaponica può avere delle controindicazioni mediche:

Il salmone acquaponico è meglio … e pare proprio che renda — AKUADUULZA

E’ notizia recente che in negli USA la società Superior Fresh, che gestisce uno dei più grandi impianti acquaponici al mondo, aumenterà entro 24 mesi la sua produzione di salmone acquaponico in Wisconsin portandola dalle attuali 62 tonnellate all’anno a 680 tonnellate all’anno, producendo 20 mila cespi di lattuga al giorno! Tutte le notizie di […]

via Il salmone acquaponico è meglio … e pare proprio che renda — AKUADUULZA

Il salmone acquaponico è meglio … e pare proprio che renda

E’ notizia recente che in negli USA la società Superior Fresh, che gestisce uno dei più grandi impianti acquaponici al mondo, aumenterà entro 24 mesi la sua produzione di salmone acquaponico in Wisconsin portandola dalle attuali 62 tonnellate all’anno a 680 tonnellate all’anno, producendo 20 mila cespi di lattuga al giorno!

Tutte le notizie di questo tipo sono una medaglia a due facce: da un lato meno salmone selvaggio pescato oppure meno salmone allevato allo stato semi brado in reti di contenimento che non impediscono la dispersioni degli antibiotici negli estuari dei fiumi o nelle insenature usate per posizionare gli allevamenti, per non parlare delle infestazioni dei pidocchi del salmone che finiscono per colpire altre specie.

Dall’altra allevamenti così intensivi non finiranno per trasferire una parte degli inquinanti usati nel circuito di acquacoltura alle verdure? E’ legittimo chiederselo, tanto più che in Canada uno standard di sicurezza alimentare riconosciuto a livello internazionale e un sistema di certificazione per i fornitori di prodotti freschi ha dichiarato che sono emerse nuove informazioni relative ai potenziali rischi chimici (ad esempio gli antibiotici) associati alla produzione acquaponica.

Guerra commerciale (il Wisconsin è uno stato americano al confine con il Canada e i canadesi sono grandi consumatori di salmone) o vero rischio per la salute?

A noi acquaponisti del Bel Paese rimangono due certezze: il salmone in acquaponica non lo possiamo allevare (possiamo però “ripiegare” sulla trota nel periodo settembre-giugno) perché non abbiamo lo stesso clima temperato freddo continentale del Wisconsin (a meno di non voler climatizzare l’acqua) e non avremo problemi di antibiotici fino a quando non spingeremo la produzione di pesce ad una densità tale da dovervi fare uso.

Altri post sul salmone e acquaponica li trovate qui:

La grande bellezza …

Amo definire la mia acquaponica “eretica” perché fin dall’inizio ho unito l’aspetto estetico a quello produttivo. I primi “esperimenti” che risalgono al 2013 li ho descritti in questo post. Nel 2016 l’incontro con la prima ninfea, portata dall’Olanda da mia figlia.

Anche ora continuo sulla stessa “lunghezza d’onda”, vi presento un’altra varietà di ninfea, regalatami dall’amico Matteo

e una gardenia ricavata da talea

 

 

Acquaponica e Ambiente

C’è Stefano “detto “Lucertola” per la sua grande capacità di infilarsi in mezzo alle difese avversarie quando, anni fa, giocavamo insieme a basket; c’è la sua passione e quella di Paolo nell’allevamento e reintroduzione del gambero di fiume autoctono “Austropotemobius pallipes italicus”.

Ci sono Stefano e Paolo ma c’è anche un pochino di acquaponica dietro questo successo perché Stefano usa il crescione e altre erbe alimentati (che poi usa nel suo ristorante) per depurare l’acqua delle vasche di allevamento. Non si tratta di un’acquaponica in senso stretto, i gamberi di fume hanno bisogno di un’acqua molto fredda per vivere e riprodursi, che non è adatta ad un sistema acquaponico “tradizionale”.

Sicuramente c’è Stefano dietro il successo della mia acquaponica, perché è lui il mio fornitore ufficiale di trote marmorate che immetto nelle vasche a settembre e tolgo a giugno per compensare la riduzione di attività dei pesci di acqua calda.

Ma ora leggetevi con tranquillità l’articolo pubblicato sul quotidiano “La Stampa” se volete approfondire la notizia